Sensazioni spaziali

L’obbiettivo di Stingel è annullare lo spazio, creando una sospensione spazio-temporale permettendo il collegamento metaforico con i vari piani del palazzo dove espone le sue diverse opere che spaziano da tele astratte di 5 metri di lato e immagini di sculture lignee di trenta centimetri raffiguranti oggetti sacri. Un pattern quello del tappeto che richiama l’immagine dei tappeti che costellano lo studio di Sigmund Freud. Il tappeto diventa elemento di coesione di tutta la mostra e fa concentrare lo spettatore solo sul quadro tralasciando tutti i particolari e le sfaccettature di Palazzo Grassi, nessun elemento è dominante ma partecipano tutti indistintamente al progetto.

 

E’ lo spazio invece che viene esaltato Jim Lambi. Lambi vuole che la sua arte porti in un’altra dimensione, l’angolo diventa intenso e personale. Lo spazio sembra essere disturbato da ogni elemento architettonico, ogni elemento: colonna, angolo, gradino, curva cambia la nostra percezione dello spazio fino a farlo concentrare in diversi punti che implodono su se stessi. Lo spazio modificato si palesa come un grande caos sul pavimento destabilizzando le leggi della geometria classica per avvicinarsi alla geometria non euclidea.

Dove eravamo?